Proteggi il Gusto: Come il Freddo Può Influire sull’Olio Extra Vergine d’Oliva
L’olio extra vergine d’oliva è un ingrediente prezioso nella cucina mediterranea, noto per il suo sapore unico e le sue proprietà salutari. Tuttavia, per preservare
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Quando scade l’olio extravergine d’oliva? Questa è una delle domande maggiormente digitate sul web. Per poter rispondere correttamente e in modo approfondito ai vostri dubbi dobbiamo prima fare una distinzione tra i diversi tipi di olio di oliva. Le tipologie sono molteplici ma possiamo in questo caso distinguere tre branche: fruttato leggero, medio e intenso.
È doveroso aggiungere, in merito alla conservazione dell’olio, che questi tempi indicati sono quelli che designano quanto a lungo le proprietà organolettiche rimangono inalterate. Sostanzialmente sarebbe meglio consumare l’olio d’oliva di qualsiasi tipologia entro circa 12/18 mesi da quando è avvenuta l’estrazione. Questo anche perché è veramente difficile mantenere perfette le modalità di conservazione.
Un’altra differenza in merito alla conservazione è da farsi sull’olio non filtrato e l’olio filtrato. Quello con maggiore filtraggio in lavorazione dura di più (almeno 18 mesi) grazie all’azione benefica delle proprietà antiossidanti; rispetto al non filtrato che ha un limite di conservazione inferiore pari circa a 12 mesi.
È opportuno fare innanzitutto una distinzione tra le due terminologie utilizzate nella normativa Europea in merito alla conservazione degli alimenti quando si parla di “scadenza” e “termine minimo di conservazione” .
La scadenza di un prodotto alimentare: sta ad indicare innanzitutto che sono dei prodotti altamente deteriorabili come ad esempio il latte, la carne, il pesce che altrimenti porterebbero a dei gravi rischi nella salute della persona che li ingerisce dopo la data.
I prodotti con la dicitura da “consumare preferibilmente entro”: sono detti così perché anche se passa il termine indicato non è detto che siano a rischio per la salute umana ma solo che abbiano perso la loro freschezza e proprietà massima organolettica.
In merito all’olio extra vergine d’oliva la data in cui è “preferibile consumarlo” è di 18 mesi dall’imbottigliamento obbligatoriamente da inserire su etichetta, ben visibile e leggibile.
Questo indica, in parole povere, che è preferibile consumarlo entro i 18 mesi così che si possa davvero assaporare al meglio il suo sapore leggermente amaro e piccante, peculiarità tipiche dell’olio nuovo.
L’olio dovrà essere sempre conservato in un luogo fresco, lontano da fonti di calore e nella sua bottiglia scura cosicché la luce non ne alteri le proprietà e lo ossidi.
A differenza di quanto si possa pensare, l’olio non è come il vino, cioè non migliora invecchiando anzi. Pur restando commestibile assume via via un sapore dolce e si iniziano a perdere i sentori piccanti e amari tipici della freschezza.
Se l’olio d’oliva scade non avviene nulla di particolarmente insidioso. Come già anticipato precedentemente: l’olio anche a distanza di due anni dalla sua estrazione è commestibile e non crea danni la sua ingestione, tuttavia il suo sapore potrebbe alterarsi perdendo le note amare e piccanti tipiche dell’olio nuovo, variando il suo colore brillante a causa di un’ossidazione in atto. Vi ricordiamo che sarebbe meglio consumarlo subito, e che dopo tre anni e più non è buona cosa impiegarlo per uso alimentare.
Conservatelo sempre in modo adeguato mettendolo al riparo dalla luce, lontano da fonti di calore e se non siete sicuri di consumarlo di sovente optate per bottiglie più piccole anziché lasciarlo aperto troppo a lungo. Mai collocarlo all’interno del frigorifero o in bottiglie trasparenti, metterete in atto l’ossidazione anticipando il suo deterioramento.
L’olio extra vergine d’oliva è un ingrediente prezioso nella cucina mediterranea, noto per il suo sapore unico e le sue proprietà salutari. Tuttavia, per preservare
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